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Luca Mignola

Crapula Edizioni

Ode

È estate, voi, miriadi di promesse nella pioggia, scrosciate. Io vi amo. Pensate per me un ritmo e un volto, perché satiro non voglio più essere senza il riso che mi straccia i denti. E tu, femmina, tra tutte le gocce esplose ti avvicini, ti allontani, mi pare sempre di attendere un canto, ma oggi la pioggia m’inganna. Eppure ti vedo, mentre ti dono cento gazzelle per danzare insieme nella mia savana. E colgo per te tutti i leopardi, sonnolenti,…

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letteratura e altri buchi

Sofocle, Edipo Re – ultimo canto del coro

Edipo non ha bisogno di presentazioni ulteriori, solo spero che voi, lettori e lettrici, non pensiate subito all’interpretazione freudiana del mito. Godete piuttosto della profondità tragica, e ironica, di questa poesia! Coro: Ah, generazioni di mortali, la vostra vita e il nulla in pari conto tengo! Quale, quale uomo attinge felicità più salda di un’illusione che balugina a rapida declina? Se il tuo destino, o sventurato Edipo, se il tuo destino a paradigma prendo nessun mortale dirò felice: lui che…

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Lupus in Crapula

Gratia plena o sulla fiducia

L’altra notte – non saprei dirvi il giorno esatto – mentre parlavo del mio malumore donchisciottesco, ho tratto una considerazione che mi da ancora ora del filo da torcere, un nodo da stringere. La ricopio così come l’ho appuntata nuda e cruda. Si dice: da soli si sprecano molte energie nervose per tenersi in buona compagnia di sè stessi, ed è così facile ammettere la solitudine che la buona compagnia… ma poi le energie stesse, i desideri, il corpo e…

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letteratura e altri buchi

Moesta et errabunda

Oggi vi regaliamo un fiore, les passants – frére et soeurs! C. Baudelaire –  I fiori del male, Moesta et errabunda Dimmi, Agathe, qualche volta non ti vola via il cuore, via dall’oceano nero dell’immonda città, verso un diverso oceano acceso di splendore, più chiaro, azzurro e fondo della verginità? Dimmi, Agathe, qualche volta non ti vola via il cuore? Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni! Da qual demone ha avuto l’incarico sublime di cullarci, arrochito cantante…

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Lupus in Crapula

Écrasez l’infame!

      Ecce homo, di F. Nietzsche: uno dei libri più pericolosi che l’Occidente conservi. Perché è pericoloso? Semplice: è un gioco di specchi, di maschere. Qui ci si inventa illusionisti, ci si imbatte nell’inganno dell’Io (e la psicologia ringrazia o dovrebbe farlo, ‘sta stronza!). Qui l’uomo nasce di nuovo, diventa novecentesco (bisognerà attendere ancora qualche altro decennio dalla pubblicazione del libro, ma hic et nunc accade la fecondazione). Insomma, senza Ecce homo di che cosa si sarebbero fregiati…

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Cave Canem: per un ripensamento
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Lupus in Crapula

La voce del maestro

Stamattina ho trovato un biglietto sulla mia scrivania. “Chi è venuto a farmi visita?” mi sono chiesto, ero solo e lo sono, nella mi Ispania immaginaria. Era il mio maestro. Chi sa da dove è giunto, di nuovo, perché a volte lo cerco, altre volte lo rinnego, eppure le sue parole sono le più amichevoli e le più pericolose. E io le amo. Ascoltate cosa dice: Fratello, vuoi andare nella solitudine? Vuoi cercare la via verso te stesso? Indugia ancora…

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campo di grano con volo di corvi
Lupus in Crapula

Cave canem: del dolore.

Esiste una gloria che scaturisce dalla gioia, dalla schiusa del dolore – immaginate che un qualsiasi dolore sia come un uovo – e questa tutta aperta al mondo, per sovrabbondanza di esperienza (inganno e disinganno)*, diviene agone, sfida, azzardo. Ineludibilmente, tenderà alla vittoria. Esiste – poiché la vittoria è un ritorno,  omericamente – un’altra gloria che, data l’occasione e il luogo (e il tempo), si può chiamare cinica, mordace – una sorta di vis comica pe’ nun me murì! Questa…

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Lupus in Crapula

Cave canem – Sulla solitudine

Torre Annunziata, paese di circa 40.000 abitanti, alla falde del Vesuvio, situato in una piccola conca, nota già agli antichi come “Ventre di vacca” per il clima piacevole (non troppo vento nè troppa pioggia), adagiata sul mare nel golfo di Napoli. Nessuna libreria! … neque ullam spem aut condicionem pacis adferre, ad reliquam cogitationem belli sese recepit. (Caes. De bello civili, III – 17, 6)* Sul nostro io? Sul nostro noi al massimo e per concessione. Individualismo moderno: l’uomo solo,…

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Crapula Edizioni

Scontro al vertice (V) – Lo specchio delle idee

L’aria si fa inspiegabilmente limpida. Il luogo è un ossimoro, ora. “Si va avanti qui, se davvero si va e non si sta fermi.” Osserva Fharidi, il viso abbagliato dalla luce. “Si è moltiplicato tutto! Il campo è uno specchio.” La palla intonsa e bianca e la sua riproduzione nello specchio, a centrocampo. Quel che resta di Bloom controlla che le squadre siano schierate. Non manca nessuno. Due fischi. Platini la dà indietro, la palla rotola sdoppiata, mentre le due…

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L’albero della memoria

La storia del pensiero e della parola occidentali inizia con un inghiottimento. È un mito e in quanto tale il tempo reale, circolare, s’intreccia con un tempo metacronico, che potrebbe essere ora o potrebbe non essere affatto, ma che taglia trasversalmente, incide ferite – scatena urli. D’altronde esiste oggi un paradosso più dilaniante del tempo? L’inghiottimento. Nel terrore che si ripetesse l’evirazione di cui era stato artefice nei confronti di Chronos – il tempo circolare, il buco nero, tutto ventre…

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