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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula, letteratura e altri buchi

O Capitano, mio Capitano!

  Minerva: Ulisse! Spettatore: Chiamano Lei, Capitano. Penelope: Ulisse Spettatore: Anche di lassù. Ulisse: Hanno chiamato me? Penelope: Ulisse Ulisse: Strano non ho sentito nulla. A questo punto cala il sipario. Immaginate Ulisse con bastone e bombetta fare spallucce e avviarsi verso l’uscita del teatro.  Così l’aveva immaginato Alberto Savinio e l’uscita di scena del suo Capitano Ulisse attese più di dieci anni prima di essere consegnata agli spettatori. A farsi due conti, se ne capisce il motivo. Non allineato,…

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Filologicon Crapula, letteratura e altri buchi

“Ma molto più maravigliar lo fenno”: ciò che Astolfo vide sulla Luna

  Le lacrime e i sospiri degli amanti, l’inutil tempo che si perde a giuoco, e l’ozio lungo d’uomini ignoranti, vani disegni che non han mai loco, i vani desidèr sono tanti, che la più parte ingombran di quel loco: ciò che in somma qua giù perdesti mai, là su salendo ritrovar potrai [….] Era come un liquor suttile e molle, atto a esalar, se non si tien ben chiuso; e si vedea raccolto in varie ampolle, qual più, qual…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Omero, Odissea XXIII vv. 104 – 112

Noi siamo omerici, prima ancora di essere nicciani, perché nella poesia omerica abbiamo trovato quella forza che il Novecento ha trasformato in mostro e oggi non sappiamo quasi più che cosa questa significhi. Parlo della fiducia. Il vuoto, hic et nunc il buco nero, si sta prendendo tutto. E così, per intenderci, amici auscultatori, ovunque voi siate, voglio trovarvi un giorno che recitate questi versi, come la più duratura speranza che possa farvi tremare, danzare, impazzire di gioia. Antefatto: Telemaco…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: La cosa più bella (Od. IX, vv 1- 11)

Oggi, a Crapula, qualche altro verso omerico. Com’era già accaduto  tempo fa – e anche stavolta parla lui, Odisseo. Non a caso – o forse si, ma che importa! – i due passi parlano di cibo, ma in questo al cibo rinfrancante per il guerriero s’aggiunge il canto – la cosa più bella! Per chi non ne fosse a conoscenza o l’avesse dimenticato, il non libro dell’Odissea è quello del flashback – il libro in cui, per la prima, è…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Canto d’acqua stillante

Torna alla memoria un pezzo che in un’altra vita ho finanche musicato e che ora mi sfizio solo di tradurre. (Eppure, mi dico: Quijano, c’era un passaggio in quinta dimuita che vale forse la pena riprodurre. O no?) Dunque: T. S. Eliot, The Waste Land, capitolo V (What the Tunder Said), versi 331-358: Here is no water but only rock Rock and no water and the sandy road The road winding above among the mountains Which are mountains of rock…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Eraclito o della cazzimma.

Si è aperto un discorso, un dibattito e forse qualcos’altro si sta aprendo qui dentro a Crapula. E c’è una parola che si è insinuata tra noi – noi chi? voi? e se fossero gli altri, che stanno sempre in medio? – e la parola è cazzimma. Ecco un modo di applicare subito questa: Eraclito, in Stobeo – Florilegio: E’ proprio della cazzimma un fuoco che accresce sé stesso* Note: – Ho tradotto la parola greca Lògos con fuoco, per…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Esiodo, Opere e giorni (vv 69 -82)

Il brano tradotto da me è preso da: Esiodo, Opere e giorni – ed. Garzanti. Potete trovarlo nel web qui Cosi disse; quelli ubbidirono a Zeus Cronide signore. Allo stesso momento dalla terra plasmava[1] l’illustre Zoppo un corpo simile a una vergine rispettabile per volontà del Cronide; mentre la vivificava e l’adornava la dea glaucopide Atena; intorno le dee Grazie e Persuasione signora posero sulla pelle collane d’oro; mentre intorno le Ore dai bei capelli la coronavano con fiori primaverili;…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Catullo, Carme LXIV – vv 249 – 264

Quae tum prospectans  cedentem maesta carinam* Multiplices animo volvebat saucia curas. At parte ex alia florens volitabat Iacchus Cum thiaso Satyrorum et Nysigenis Silenis Te quaerens, Ariadna, tuoque incensus amore. ……………………………………………… Quae tum alacres passim lymphata mente furebant euhoe baccantes, ehuoe capita flectentes. Harum pars tecta quatiebant cuspide thyrsus pars e divolso iactabant menbra iuvenco, pars sese tortis serpentibus incingebant, pars obscura cavis celebrabant orgia cistis, orgia, quae frustra cupiunt audire profani, plangebant aliae proceris tympana palmis aut tereti tenuis…

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Filologicon Crapula

Anonimo del Sottile – Intro

Le traduzioni, il ritorno di Mr. McMetis – ultimamente la vita qua a Crapula ribolle. E non è finita. Oggi, proponiamo una nuova rubrica, l’Anonimo del Sottile, in cui andremo a ripescare e rivedere frammenti, pezzi di autori di ogni epoca che hanno, nella nostra esperienza in relazione alla scrittura (in fondo conta solo quella), lasciato un marchio, una traccia. Tra quelli che oggi si danno da fare coi seminari di scrittura creativa (una fabbrica di brick-Baric) e quelli che…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Antonin Artaud, Ci-Gît

Il faut foncer dans le trou. E allora, nella rubrica appena appena inaugurata da †Alonso Quijano† con the finest thing tra i latini (il Carme 64 di Catullo) stasera, un bel sabato sera (shabbath è per l’uomo e non viceversa?), vi proponiamo un pezzo di Antonino (occitano, greco, francese, europeo), ritradotto all’uopo da Crapula. Dalla raccolta Ci-Gît (pubblicata la prima volta nel 1947, scritta con ogni probabilità nel 1946, dopo l’internamento a Rodez), eccone uno venire fuori come un peto di sragione:…

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