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Omero

Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Esopo, Favole – p1

La volpe e la scimmia (che discutono della nobiltà) Una volpe e una scimmia, mentre camminavano per la stessa strada, discutevano di nobiltà. Avendo illustrato ciascuno i suoi molti pregi, quando arrivarono ad un certo punto del cammino, allora la scimmia fissandovi lo sguardo si lasciò andare a un sospiro. Dato che la volpe gliene chiedeva il motivo, la scimmia mostrandole alcune tombe, disse: «Come potrei non piangere, vedendo le lapidi di liberti e schiavi dei miei padri?» E l’altra…

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letteratura e altri buchi

Terminus radioso: l’assedio, la steppa e il bardo

Incipit. “Di nuovo il vento si avvicinò alle erbe e le accarezzò con noncurante vigore, le incurvò elegantemente e ci si sdraiò sopra russando, poi le percorse numerose volte e, quando ebbe finito di occuparsene, i loro odori – d’artemisie sapide, d’artemisie bianche, d’assenzio – si ravvivarono. Il cielo era coperto da un sottile smalto di nuvole. Subito dietro, il sole, invisibile, brillava. Era impossibile alzare gli occhi senza rimanere abbagliati. Ai piedi di Kronauer, la moribonda emise un gemito.”…

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Lupus in Crapula

Cave Canem: per un ripensamento

Per un ripensamento. Quale sarebbe l’arma di difesa del nichilista di fronte alla beffa del dramma digitale-satiresco? Distopica 1. Oppure? Il porto di notte: la visione: in containers scrostati, arrugginiti, carrelli abnormi guidati da uomini intabarrati in armature di pile blu, intrattenendo con i loro cigolii meccanici e stridenti le orecchie dei terminalisti, stanno stivando il mondo (qualsiasi merce significa mondo), per trasferirlo da un’altra parte (documenti doganali allegati). Distopica 2. 2016. Non si può essere più soli di una…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: doppia Metis

È possibile avere un secondo proemio? Se qualcuno cercasse la seconda parola che meglio afferra il flusso verticale e precipitoso dell’Iliade – la prima è chiaramente: ménin, l’ira, posta a fondamento della sedicente letteratura occidentale –, la risposta sarebbe corpi, o meglio, ciò che resta di loro, ombre di corpi, tàs psychàs (Iliade I, 3) – parola che a mio giudizio è errato e per nulla confacente alla poesia omerica tradurre con vite o anime, dato che nell’Ade giunge solo…

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†Interpolazione†
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Filologicon Crapula: Esopo, Favole – p10
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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Omero, Odissea XXIII vv. 104 – 112

Noi siamo omerici, prima ancora di essere nicciani, perché nella poesia omerica abbiamo trovato quella forza che il Novecento ha trasformato in mostro e oggi non sappiamo quasi più che cosa questa significhi. Parlo della fiducia. Il vuoto, hic et nunc il buco nero, si sta prendendo tutto. E così, per intenderci, amici auscultatori, ovunque voi siate, voglio trovarvi un giorno che recitate questi versi, come la più duratura speranza che possa farvi tremare, danzare, impazzire di gioia. Antefatto: Telemaco…

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Filologicon Crapula: Esopo, Favole – p9
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letteratura e altri buchi

Questo è ardore e forza.

Qualcosa che accomuna Crapula agli antichi canti omerici è proprio la voglia di polemòs – di battagliare, sì, ma in litteris – e forse, ancora prima, la voglia di saziarsi, di mettersi in forze. E a questo proposito mi è capitato di rileggere un passo dell’Iliade, nel libro diciannovesimo, versi da centocinquantaquattro a centosettanta. E ricambiandolo disse l’accorto Odisseo: “Non così pure essendo gagliardo, Achille pari agli dèi, non spingere a Ilio digiuni i figli degli Achei a lottare coi Teucri,…

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8 Marzo 2018
letteratura e altri buchi

L’albero della memoria

La storia del pensiero e della parola occidentali inizia con un inghiottimento. È un mito e in quanto tale il tempo reale, circolare, s’intreccia con un tempo metacronico, che potrebbe essere ora o potrebbe non essere affatto, ma che taglia trasversalmente, incide ferite – scatena urli. D’altronde esiste oggi un paradosso più dilaniante del tempo? L’inghiottimento. Nel terrore che si ripetesse l’evirazione di cui era stato artefice nei confronti di Chronos – il tempo circolare, il buco nero, tutto ventre…

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8 Marzo 2018
Crapula Edizioni

Scontro al vertice (II)

“Questo è il luogo, Fharidi. Il silenzio, il luogo eletto.” “Misura le parole, Quijano!” Il terreno pesante, l’aria gelida. La neve si deposita ai lati, i confini del campo non esistono. La palla-parola circola viscida, gli uni studiano gli altri, scivolano. Omero torvo in panchina s’infiamma con gli occhi. Il pubblico sbraita, insulta, sputa. Harold Bloom fischia per un fallo lanciato dagli spalti al centro del campo. Prende nota, lo occulta nelle mutande. “Sono lenti, riflettono. Si scivola, Fahridi. Non…

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Crapula Edizioni

Scontro al vertice (I)

È la fine. “Si comincia?” Dal torrione a picco sul campo di gioco, Omero prende le scale. Trascina con sé il corpo sgozzato di G.W.F. Hegel. La testa sanguinante di questo rimbalza sonora sui gradini. “È vuota!” Quijano riempie la pipa ridendo. “Si comincia, Fahridi. Ricorda la distanza dai fatti. Siamo l’occhio, non la mano.” “Io avrei fatto lo stesso. Quando il presidente Hegel ha ventilato l’opportunità del pareggio, io avrei fatto lo stesso.” Fahridi pure si versa da bere….

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8 Marzo 2018
Crapula Edizioni

Ma domani è il caso/per l’eccezione/che comunque/domina i millenni

Ancora a proposito di cassetti, rovistando tra i crapulosi miei ho trovato un frammento di critica radicale, il contrario di un manifesto minimo – senza il quale, tuttavia, oggi non potrei scrivere nè dire parola alcuna. Ahí va: Epochè “È un lungo discorso quello sulla scrittura come frammento -ma il termine frammento già tradisce un giudizio negativo, bisognerebbe dire testo come segno-, proponibile in mille vesti cui è sotteso un unico motivo. C’è un aspetto di questo discorso che non…

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