diventare corpo

Martedì 24 settembre, per la prima volta, ci siamo fatti vivi in un luogo senza pixel.  Non è cosa da niente, diventare corpo – non lo è soprattutto nel caso di un progetto come questo:  siamo al limite della dicibilità, lo sappiamo e ce ne vantiamo.
Lo sforzo di farsi capire (presentando non solo il secondo numero della rivista, ma il progetto crapula in generale) è stato, da parte nostra, ingente. Troppa carne al fuoco, forse – ma carne organica, fresca – crapula.

 

Ilmantesispiega

Alonso Quijano tenta di confondere la platea – invano

Per cominciare, abbiamo cosparso il luogo di noi stessi: libri fondanti, la 10 di Alfharidi, l’elmo (o pentola e colapasta) di Alonso Quijano, la penna rossa di Agathe. S’è poi partiti spiegando – l’origine, l’inganno iniziale et cetera et cetera – per poi dare spazio ai testi. S’è letto, dalla rivista: la traduzione di El Alpeh di Borges; poi Senza-io (lettura che ha aperto una discussione allucinante); ancora, la traduzione di un testo orfico molto antico e un passo di Origini; poi s’è passati per Marziale e per due inediti dei collaboratori. S’è chiuso, infine, con L’occhio della giraffa, testo torrenziale.
Per l’occasione, abbiamo stampato una versione ridotta della rivista, in cui abbiamo scelto di inserire, da un lato, tutti gli inediti (Crapula Edizioni); dall’altro, tra gli articoli delle altre rubriche, quelli più funzionali alla presentazione – per accompagnare alla recitazione dei testi la lettura degli stessi.

C’è una ragione per cui uno certe cose le scrive e non le dice (l’écriture et la differance?) – questo è il limite principale. Tuttavia, intorno a questo limite si lavora per diventare più visibili, per uscire fuori dal calderone. Si preparano eventi ulteriori per la primavera 2014, per questo. Intanto, con lo stesso farsi corpo e presentarsi, si fa più chiaro non solo cosa si è, ma come.

Ringraziamo tutti – i presenti e gli assenti, i costruttori e i disturbatori. A breve, come d’uopo, immagini della serata. A breve, inoltre, anche uno spazio proprio di commento sui contenuti della rivista (per lettori, editori, grafici e collaboratori).