[Cartolina, timbro postale: Berlin-Steglitz 25/12/1923]
[Indirizzato a] Sig.ra
Milena Pollak
Vienna VII
Lerchenfelderstraße 113/5

Cara Milena[1], da molto tempo c’è qui pronto il frammento di una lettera per lei ma non riesco a continuarla, anche qui i vecchi dolori mi hanno scovato, attaccato e un po’ abbattuto, e ogni cosa mi causa fatica, ogni colpo di penna, qualsiasi cosa io scriva, mi sembra troppo magnificente, sproporzionato rispetto alle mie forze e quando scrivo “cordiali saluti”, questi saluti hanno davvero la forza di giungere nella rumorosa, selvaggia, grigia cittadina Lerchenfelderstraße dove io e le mie cose non potremmo respirare per niente? Quindi non scrivo affatto, aspetto tempi migliori o peggiori e per il resto sono protetto bene e con tenerezza fino al limite delle possibilità terrene. Vengo a sapere del mondo, e anche in modo molto sostanzioso, solo attraverso l’aumento dei prezzi, non ricevo i giornali di Praga, quelli di Berlino sono troppo cari per me, ogni tanto potrebbe mandarmi un ritaglio del Národní Listy di quel genere che una volta mi piaceva? Da un paio di settimane il mio indirizzo è: Steglitz Grunenwaldstraße 13 presso il sig. Seifert. E ora sì, i “migliori saluti”; non fa nulla se cadono già al cancello del giardino, forse la sua forza è ancora tanto maggiore.

Il suo K


[1] Tradotto da F. Kafka, Briefe an Milena, erweiterte und neu geordnete Ausgabe, herausgegeben von Jürgen Born und Michael Müller, Frankfurt am Main: Fischer Taschenbuch Verlag, 2015¹⁵.