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Lupus in Crapula

Istanze di delirio

«Lei invece è pieno di concezioni sbagliate, e non se ne libererà mai». Franz Kafka, Il castello   D’accordo, d’accordo, tutto questo è follia. Non c’è più nessuno che sente il bisogno di questa follia? Pazienza, non per questo rinsavirò. C’è ancora qualcuno che ne sente il bisogno? Eccomi, io sono qui. Antonio Moresco, Lettere a nessuno   Senza pietà. Ammesso che la letteratura sia quel gioco di specchi che moltiplicano l’orrore di essere uomini (e non il gioco di coloro…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p44

[Cartolina, timbro postale: Berlin-Steglitz 25/12/1923] [Indirizzato a] Sig.ra Milena Pollak Vienna VII Lerchenfelderstraße 113/5 Cara Milena[1], da molto tempo c’è qui pronto il frammento di una lettera per lei ma non riesco a continuarla, anche qui i vecchi dolori mi hanno scovato, attaccato e un po’ abbattuto, e ogni cosa mi causa fatica, ogni colpo di penna, qualsiasi cosa io scriva, mi sembra troppo magnificente, sproporzionato rispetto alle mie forze e quando scrivo “cordiali saluti”, questi saluti hanno davvero la…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p43

[Berlino, seconda metà di novembre 1923] Da quando[1], in seguito al nostro ultimo incontro, sei improvvisamente (ma non sorprendentemente) sparita, ho sentito di nuovo parlare di te per la prima volta e in modo sgradevole all’inizio di settembre. Nel frattempo, a luglio, mi era successo qualcosa di grosso – che cose grosse esistono! – grazie all’aiuto di mia sorella maggiore ero andato sul Baltico, a Müritz. Quantomeno via da Praga, fuori dalla stanza chiusa. Sulle prime stetti molto male. Poi…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p42

[Praga, fine marzo 1922] È da molto tempo che non le scrivo, signora Milena[1], e pure oggi le scrivo solo in seguito a una coincidenza. In realtà non dovrei giustificarmi per non averle scritto, lei sa quanto io odio le lettere. Tutta l’infelicità della mia vita – e con questo non intendo lamentarmi, ma solo fare una constatazione universalmente informativa – viene, se vogliamo, dalle lettere o dalla possibilità di scrivere lettere. Le persone non mi hanno quasi mai tradito,…

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Lupus in Crapula

Cave canem: Congiura Sacra

Alcuni tra questi sono slogan “veri” del C. I. – altri sono solo destinati a scatenare apprensione e equivoci nel pubblico. Omnia haec, quacumque feret voluntas Caelitum, temptare simul parati. E io francamente non amo abbastanza la specie umana da augurarmene la salvezza. Basta che mi ascoltino i miei fratelli, che almeno loro sfuggano all’inganno dell’antitecnocrazia. Domani: la crisi del collage invece della crisi del romanzo. Canto gravitazionale[1] Al di sotto della palude di Memoria, si precipita. L’iniziato dimentica. In…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p41

[Praga, novembre 1920] Sabato sera La lettera gialla non l’ho ancora ricevuta[1], la rispedirò indietro senza aprirla. Se non fosse un bene adesso smettere di scriverci, allora dovrei sbagliarmi di grosso. Ma non mi sbaglio, Milena. Non voglio parlare di te, non perché non sarebbe di mio interesse, è di mio interesse, ma non voglio parlarne. Dunque solo di me. Ciò che tu sei per me Milena, per me al di là di tutto il mondo in cui viviamo[2], non…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p40

[Praga, novembre 1920] Tu dici, Milena[1], di non capire. Prova a capire, chiamandola malattia. È uno dei tanti sintomi di malattia che la psicoanalisi ritiene di avere scoperto. Io non la chiamo malattia e nel contributo terapeutico della psicoanalisi vedo un errore disperato. Tutte queste presunte malattie, per quanto possano apparire tristi, sono atti di fede, modi che l’uomo in difficoltà ha di ancorarsi a un qualche suolo materno; e così la psicoanalisi trova anche come fondamento delle religioni soltanto…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p39

[Praga, settembre 1920] È vero, Milena[1], qui a Praga tu hai una proprietà, nessuno vuole contendertela, al massimo sarebbe la notte a lottare per essa, ma la notte lotta per tutto. Ma che razza di proprietà è! Non la sminuisco, è comunque qualcosa, addirittura così grande da oscurare la luna piena di sopra nella tua stanza. Ma non avrai paura di quel buio? Buio senza il calore del buio.   Affinché tu possa vedere qualcosa delle mie “occupazioni”, ti allego…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p38

[Praga, 18 settembre 1920] Milena[1], tu non puoi capire con precisione di cosa si tratti o di cosa si sia in parte trattato, io stesso non lo capisco, tremo per l’impeto, mi torturo fino alla follia, ma cosa sia e cosa voglia sulla distanza non lo so. Soltanto cosa voglia da vicino: silenzio, buio, il rintanarsi, questo so e questo devo perseguire, non posso fare diversamente. È una sfuriata e passerà, in parte è già passata, ma le forze che…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p37

[Praga, 10 settembre 1920] Venerdì Il tuo telegramma[1] è appena arrivato, hai assolutamente ragione, ho reso la cosa disperatamente stupida e rude ma non c’era un’altra possibilità, perché viviamo di equivoci, con le nostre risposte priviamo le nostre domande di ogni valore. Dobbiamo smettere di scriverci e lasciare il futuro al futuro. Dato che non posso scrivere a Vlasta[2] ma solo telefonarle, potrò dirglielo soltanto domani mattina.   [1] Tradotto da F. Kafka, Briefe an Milena, erweiterte und neu geordnete…

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