Crapula Edizioni

I vivi

Non riuscivo ad avere certezza di niente. Ero quieto, tranquillo. Che ore fossero lo immaginavo: le due, le tre del pomeriggio. Ma non mi alzavo. Lo sapevo che stavano là fuori e volevo che schiattassero. Erano venuti a prendermi? Aspettassero. Sentivo in maniera confusa di avere altro da fare, qualcosa di impellente che però non riuscivo a focalizzare. Per quanto mi concentrassi, il cervello era come annacquato: il circuito focalizzante delle idee, l’atto sinaptico, il ganglio cerebrale nucleico fondamentale perdeva…

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