¿Ma che davero?.

Rileggete, vi prego, il testo riproposto. E la polemica alla base di tutto (qui).
Ieri, per caso – ogni tanto il voyeurismo morboso mi prende per la gola – rileggevo della polemica tra Moresco e Parente (è lo stesso Parente ad averci accennato su Twitter).
Una questione tra padre e figlio – tradizioni, filiazioni. Moresco ha aperto un buco sfondato, inaudito nella letteratura italiana. Parente ci si è infilato ed ora si proclama unico possessore del luogo. Ed ha pure le sue ragioni. Ma, come ho scritto ampiamente qui, questo suo giocare al nichilismo pop, facendo della chiesa/religione/classe mediocre dominante in Italia il suo obbiettivo polemico, fa ridere. Anzi non fa ridere.
Ed inoltre, questo suo brandire la “verità della scienza” – non so cosa fa. Forse gli fa vendere qualche libro in più – e allora come strategia di marketing non è male. Prendete esempio, signori: perché  come assume Parente, la fede nella religione è una fede, ma brandire “le  verità terribili della scienza” non è una fede – è una…che cazzo è?
Come se il nocciolo pulsante della questione fosse l’enciclica Fede e Ragione…(eh, la ragione, poi! eh, la verità, poi!)
Mister McMetis*, liberaci da Platone e dal chiasso di questi cazzoni che dicono e dicono e il cui rumore non fa altro che aumentare la massa monetaria – ergo l’inflazione.

*”e sopportava il paziente McMetis, agitando nella mente mali tremendi”