La volpe e la scimmia (che discutono della nobiltà)

Una volpe e una scimmia, mentre camminavano per la stessa strada, discutevano di nobiltà. Avendo illustrato ciascuno i suoi molti pregi, quando arrivarono ad un certo punto del cammino, allora la scimmia fissandovi lo sguardo si lasciò andare a un sospiro. Dato che la volpe gliene chiedeva il motivo, la scimmia mostrandole alcune tombe, disse: «Come potrei non piangere, vedendo le lapidi di liberti e schiavi dei miei padri?» E l’altra le rispose: «Racconta pure quante menzogne vuoi! Infatti, nessuno di loro levatosi dalla morte ti smentirà!»

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Le rane (che chiedono un re)

Le rane, afflitte a causa della loro stessa anarchia, mandarono ambasciatori a Zeus, pregandolo di concedere loro un re. E Zeus, vedendo la loro dabbenaggine, gettò nello stagno un pezzo di legno. Subito le rane, spaventate dal tonfo, si tuffarono nell’acqua profonda dello stagno. Poi, dato che il pezzo di legno restava fermo, riemergendo rivolsero al loro re un così grande disprezzo che saltate sul legno vi si sedettero. Allora, vergognandosi di un tale re, si recarono di nuovo da Zeus e lo pregarono di dargli in cambio di quello un altro re, poiché il primo era un inetto. Ma Zeus, andato su tutte le furie, mandò loro un serpente acquatico, dal quale furono catturate e divorate.

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Il vecchio e la Morte

Un giorno un vecchio, dopo aver tagliato della legna e trasportandola sulle spalle, camminava lentamente per una lunga strada. A causa della fatica per il cammino, deposto il suo fardello, invocava la Morte. E subito la Morte apparve e domandò per quale motivo l’avesse chiamata. Il vecchio rispose: «Per sollevare il mio fardello.»

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NOTA ALLA TRADUZIONE

Testo di riferimento: Esopo, Favole, BUR 1989