Le cose che pensiamo trovano spesso dei riscontri improvvisi, o forse semplicemente non conosciuti prima. Ad esempio, è da qualche settimana che il venerdì è diventato il giorno in cui sciogliamo il cane, qui a Vacca Pezzata.

Ecco l’evento, la concordanza o come si dice la coincidenza.

Mi sono imbattuto in una di queste cose non-conosciute-prima: leggendo su un libro scolastico – pro lucro – di filosofia riguardo a Hegel (da solo non sono riuscito a scampare!) ho trovato una citazione che parlava del venerdì, cioè “il Venerdì Santo speculativo che fu già storico”[1]. Cazzo! Ho pensato, non l’ho detto c’era l’alunna. Cazzo, ho ripensato, non l’ho detto, sono all’improvviso diventato un hegeliano. Ho dunque pensato e se pensare e non dire per un qualche freno, per qualche morale, è hegeliano, allora… è come se mi girasse la testa, vorticosamente.

E sapete che giorno era? Era venerdì. Là sono esploso in una risata, l’alunna mi ha chiesto “Perché ridi?” io ho detto “Perché a te Hegel non fa ridere?” “No” ha detto “non lo capisco. È brutto.” poi come se niente fosse, neanche la coscienza infelice, ha detto “Finiamo prima oggi, fra un po’ devo uscire, è venerdì.”

Ah! Quel nome pronunciato senza l’enfasi della maiuscola mi ha riportato con le radici a terra. Allora non ho potuto pensare altro che questo giorno, per il disgusto di ogni hic et nunc (qui e ora, per i non bilingue) e per il fatto che ci ritroviamo a contendercelo con il barbiere di Tubinga, è il nostro giorno, non un altro.

Per il resto, l’unica cosa da oggi è farsi crescere (o ricrescere o inventarsi) un paio di baffi ogni venerdì – every fucking Friday.