Roberto Bolaño si è sempre considerato un poeta, prima che un romanziere. È ironico che venga ricordato più per i suoi romanzi che per le poesie. Il fatto è che Bolaño resta poeta anche quando scrive in prosa: non si spiegherebbero altrimenti il ritmo e la visionarietà dei suoi romanzi.
Per andare alle radici dell’immaginario bolañesco, quindi, bisogna spostarsi (con il cileno non si può dire “tornare indietro”: il movimento della sua scrittura è sempre circolare, mai lineare) sulle sue poesie.
Bolaño ha pubblicato cinque raccolte: Reinventar el amor (1976), Fragmentos de la Universidad desconocida (1992), Los perros románticos (1993), El último salvaje (1995) e Tres (2000), tutte ancora inedite in Italia.

Siamo venuti in possesso di alcuni frammenti de Los perros románticos da un traduttore (che preferisce restare anonimo) che li ha barattati per un’introvabile bottiglia di mezcal Los Suicidas. Al plico di traduzioni, ha allegato questa nota:

 I cani sono romantici e i detective selvaggi. Vallo a capire, ‘sto Bolaño.

In questo frammento della poesia El burro c’è il Bolaño de I detective selvaggi: un viaggio in moto nel nord del Messico, con l’amico Mario Santiago. Arturo e Ulises già in marcia, a inseguire un sogno innominabile, quello più coraggioso di tutti.

p.s.: Los perros románticos, nella riedizione del 2000, raccoglie poesie scritte tra il 1980 e il 1998. Los detectives salvajes è uscito nel 1998.

Bola foto

Ritrova, cliccando sulla foto, tutte le reliquie assemblate dai Bolagnisti Anonimi

L’asino

A volte sogno che Mario Santiago

Viene a prendermi con la sua moto nera.

E lasciamo indietro la città e mentre

Le luci vanno scomparendo

Mario Santiago mi dice che si tratta

Di una moto rubata, l’ultima moto

Rubata per viaggiare attraverso le povere terre

Del Nord, in direzione Texas,

Inseguendo un sogno innominabile,

Inclassificabile, il sogno della nostra giovinezza,

Vale a dire il sogno più coraggioso di tutti

I nostri sogni. E perciò

Come negarmi di montare la veloce moto nera

Del Nord e uscire di corsa per quelle strade

Su cui un tempo viaggiarono i santi del Messico,

I poeti mendicanti del Messico,

Le sanguisughe taciturne di Tepito

O di Colonia Guerrero, tutti sullo stesso sentiero,

Dove si confondono e si mescolano i tempi:

verbali e fisici, lo ieri e l’afasia