Ecco un passo – nel senso fisiologico del temine – di Nietzsche dai suoi frammenti postumi.
Da un punto di vista editoriale, mi dico, tutta l’opera di Nietzsche dovrebbe essere definita postuma, ammesso che le definizioni (filologicamente) siano ancora auspicabili.

(180) 10 [51] I grandi erotici dell’ideale, i santi della sensualità trasfigurata e incompresa, quei tipici apostoli dell’«amore» (come Gesù di Nazareth, San Francesco d’Assisi, San Francesco di Paola): in loro l’equivalente istinto sessuale si svia per così dire per ignoranza, fino a doversi da ultimo soddisfare con fantasmi: con «Dio», con «l’uomo», con «la natura». (Questa soddisfazione poi non è solo una soddisfazione illusoria: negli estatici dell’«unio mystica» essa si compie, per quanto sempre fuori del loro volere e «capire», non senza i sintomi fisiologici che accompagnano la più sensibile e naturale soddisfazione sessuale).

F. Nietzsche, Frammenti postumi 1887-1888, Adelphi, Milano 1990. Versione di Sossio Giammetta.