Marcelo Cohen - L'illusione monarca

Potremmo considerare borgesianamente l’argentino Marcelo Cohen (1951) come una “vasta e complessa letteratura” fantastica per gli autori che ha tradotto (Bradbury, Ballard, Burroughs, Alasdair Gray e Bernard Quiriny tra gli altri), la sorprendente collana che ha diretto (Línea C presso la casa editrice Interzona), le riflessioni che ha dedicato al genere (il corposo volume ¡Realmente fantástico!, dove c’è un saggio su Dino Buzzati), e soprattutto per i libri che ha scritto negli ultimi tre decenni, opere stimolanti, inventive e coraggiose, capaci di suscitare l’entusiasmo di Fogwill e Ricardo Piglia.
Precisiamo subito che per Cohen la letteratura fantastica ha un compito particolarmente ambizioso: ampliare le nostre coscienze. Ciò è evidente in L’illusione monarca (il titolo proviene da una poesia del peruviano César Vallejo), il suo primo testo tradotto in italiano, e ci auguriamo vivamente che non sia l’unico. Apparso nel 1992 nella raccolta El fin de lo mismo, questo romanzo breve ha un’ambientazione suggestiva: un carcere costruito su una spiaggia. A rendere la vita dei prigionieri un inferno, oltre ai muri, le guardie che hanno ben poco di umano, i detenuti più violenti, c’è il mare, “il grande pedale del desiderio, o della follia, una tortura”. Mare che, tuttavia, non è solo “un limite”, ma anche “una possibilità”. Inevitabile non cedere al suo richiamo e tentare di fuggire. Eppure coloro che ci provano muoiono. Cosa si nasconde nelle acque? Perché i cadaveri ritornano a riva orrendamente mutilati? Come mai nella prigione ci sono soltanto piccoli delinquenti? E chi ha immaginato questo “esperimento perverso”? Al di là della trama avvincente, a colpire il lettore è il “linguaggio volubile e vibratile” – come dice lo stesso Cohen in un’intervista – adoperato dallo scrittore e reso alla perfezione da Francesca Lazzarato. Un linguaggio che ci costringe a interrogarci non solo su quello che leggiamo, ma anche su noi stessi e sul mondo che ci circonda. Come scrive Gombrowicz nel suo Diario: non è forse questo lo scopo dell’arte?

Marcelo Cohen
L’illusione monarca
gran vía (2016)
trad. di Francesca Lazzarato
pagg. 136