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letteratura e altri buchi

O Metis II (Parerga e paralipomena 4/4)

[in discussione] D’altronde disprezzo, distanza, educazione impregnano tutto il mondo letterario di Kafka, quasi a rimarcare la necessità che le cose abbiano da qualche parte un significato così brutale e tremendo, da avere costretto lo scrittore a mutarne la forma, il nome, pur di sopportare il peso del vuoto – antinomia solo del Novecento? – di cui il discorso sulle cose stesse si fa carico. A. Quijano, Dentro il padre, da O Metis, n°2 (a breve)

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Cave canem: la specie

La maledizione della letteratura, o di quella cosa là, in cui tentiamo di muovere passi difficili – i piedi incollati al pavimento molto spesso – è che questa ciclicamente si rinnoverà dall’incendio e dalle ceneri, che noi stessi alimentiamo per ucciderla – o fosse solo per amarla. Una tale maledizione vuole che ci sia sempre qualcosa da raccontare, finché la specie non sarà estinta. Come possiamo ancora negarci la commedia? C’è chi ne fa un problema solo umano – vale…

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