[in discussione]

D’altronde disprezzo, distanza, educazione impregnano tutto il mondo letterario di Kafka, quasi a rimarcare la necessità che le cose abbiano da qualche parte un significato così brutale e tremendo, da avere costretto lo scrittore a mutarne la forma, il nome, pur di sopportare il peso del vuoto – antinomia solo del Novecento? – di cui il discorso sulle cose stesse si fa carico.

A. Quijano, Dentro il padre, da O Metis, n°2 (a breve)