Amici di Crapula, lo sapete quanto costa la lettura in termini di attenzione e consumo di sodio e potassio? Se è un’attività così faticosa, direte voi, chi te lo fa fare? Non lo so bene, è che non mi sento libero di non leggere.
C’è quindi un’romanzo che ho comprato qualche mese fa, Molloy di Samuel Beckett (Ed. Einaudi 2012). L’ho tenuto sul comodino a prendere polvere e residui di tabacco, fino a qualche settimana fa, quando quella forza che non mi permette di non leggere si è presentata (cioè il mio cervello se la inventa, e il mio corpo crede a quell’invenzione).

Ma lasciamo da parte queste intrusioni della voce in prima persona. E passiamo alla lettura: Molloy, pag 118 (opera citata)

Perché finché ero rimasto in riva al mare i miei punti deboli, pur aumentando in debolezza, come c’era da aspettarsi, aumentavano solo insensibilmente. Per cui avrei avuto notevoli difficoltà ad affermare, per esempio tastandomi il buco del culo, Toh, va molto peggio di ieri, non si direbbe più lo stesso buco. Mi scuso di tornare ancora su questo vergognoso orifizio, è la mia musa che lo esige. Forse bisogna vedervi non tanto la pecca che viene nominata quanto il simbolo di quelle che taccio, dignità dovuta forse alla sua centralità e alle sue arie di intermediario tra me e l’altra merda. Lo si misconosce, secondo me, questo piccolo buco, lo si chiama buco del culo e si ostenta disprezzo. Ma non sarà piuttosto la vera porta principale dell’essere, del quale la celebre bocca sarebbe solo l’entrata di servizio? Nulla vi penetra, o così poco, che non ne sia respinto sull’istante, o quasi. Quasi tutto quello che gli giunge da fuori gli ripugna, e per quello che gli giunge da dentro non si può dire che si dia molto più da fare. Ma cercherò ciononostante di concedergli un po’ meno spazio in futuro. E mi sarà facile, perché il futuro, non parliamone, non ha proprio nulla di incerto. E se si tratta di lasciar da parte l’essenziale, credo di sapere il fatto mio, e tanto più in quanto sul fenomenico possiedo solo informazioni contraddittorie.