Crapula Edizioni

Mamma

E poi c’era Mamma. Mamma viveva in una di quelle baracche vicino ai campi. Se da Lucca andavi verso Siena, superate le terre dei Lucenti e presa la svolta per Crosta ci arrivavi tipo in due ore: la sua casa si vedeva bene perché era isolata e poi fuori c’erano sempre dei vasi e dei fiori. Se andavi a trovare Mamma dovevi stare attenta perché prima di casa sua c’erano dei capannoni; lì ci vivevano quei bambini a cui erano…

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Quando mio padre è tornato dallo spazio

L’unica cosa di rilievo fatta da mio padre fu andare nello spazio. Quando tornò dallo spazio io ero piccolissimo e non avevo fatto in tempo a capire che era cambiato. Però lo sapevo, lo sapevo perché mamma diceva sempre che da quando papà era tornato dallo spazio era cambiato. Di mio padre dopo lo spazio mi ricordo i lunghi silenzi; a volte guardava il cielo per ore, come se attendesse qualcosa, come potrebbero fare un cane o un cervo. Mi…

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La consistenza delle vene

Dovevamo necessariamente raggiungere Śambhala e se non era Śambhala saremmo andati da qualche altra parte, forse a Yahar’Gul o a Loran o nelle desolazioni barocche di Anor Londo. Era pesante ogni movimento, come se radici nere ci attraversassero la carne e i polmoni. Era un complotto contro la nostra stessa esistenza e noi andavamo avanti con gli occhi sbarrati come fanali tossici e con la gola urlavamo e le urla correvano veloci sull’asfalto che puzzava di bagnato. Volevamo sentire la…

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La fontana di Tabiq

Che poi Safik non lo capisce subito che quello è sangue. Lo capisce quando ci scivola sopra, quando prova a rialzarsi e scivola ancora e ci sbatte la faccia e sente l’odore forte, ferroso che gli riempie il naso e la gola, e allora urla e prova ad alzarsi ancora e cade, ancora, e gli viene da vomitare fortissimo e dietro di lui c’è Riassad che prova a tendergli la mano e poi ci cade sopra anche lui e la…

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Natura morta

E poi si sale su su per la pelliccia setolosa, il pelo sembra lucido e bello come quello di un animale sano anche se questo invece è morto, il corpo di lui è vestito in modo elegante, ai piedi porta pantofole porpora che contrastano con i calzini grigi, la sua posizione è geometrica, le natiche perfettamente aderenti al divano rossastro, la schiena dritta, la mano che scivola giù per aderire alla pallida mano di lei. La luce è fioca e…

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La fine dell’innocenza

Buio: un tonfo sordo scuote il silenzio. Qualcosa mi svegliò nel cuore della notte. Mi alzai a sedere con le coperte che mi coprivano fino al petto mentre un leggero freddo scivolava sulla parte nuda del mio corpo. Mi guardai intorno, cercai di vedere meglio, di osservare la figura che si trovava a pochi metri da me immersa nella penombra ma leggermente illuminata dalle poche luci che filtravano dalla finestra. Quella cosa era vicina, così vicina da potermi quasi toccare….

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