• Lo strazio di essere un uomo giudicante. Perché per gli antichi greci o latini citare un autore non era un problema di coscienza, prima, di moneta, dopo, e soprattutto non toglieva originalità (al massimo l’accresceva) di un’opera?
    Perché non è stato un problema per opere moderne come lo Zarathustra di Nietzsche, lo Zibaldone di Leopardi, i Cantos di Poud? Forse che la coscienza che spingeva questi scrittori era quella della creazione anche (e non solo) per confronto diretto, scontro o diatriba o polemica? Da qualche decennio a oggi pare che invece la coscienza stessa si acquisisce per un merito che nessuno sa poi in fondo che cos’è o per la monetizzazione della coscienza letteraria. E, in fondo a questo tunnel di meritocrazia monetaria, c’è la tanta sospirata originalità. E che cos’è questa fatidica (e fatica) originalità: ricerca di un principio, creazione ex novo, imitazione della realtà, ripensamento di canoni stilistici, ossessione, vita spericolata, ispirazione?
    E la citazione che posto occupa? Uccide l’originalità? L’incastro di parole di uno scrittore, di uno stralcio sottratto, rubato a un articolo di giornale, due versi di una canzone di Dylan, tutto questo cucito nel tessuto di una propria narrazione, la impoverisce o banalizza o fa dello scrittore un buffone esibizionista? E quindi Rayuela? E Aleph o Finzioni? La citazione infittisce, in realtà, la trama con soluzioni che sfuggono al semplice rimando, che devono inizialmente sfuggire e fuorviare il lettore, poiché la citazione usata (rifunzionalizzata) in un’opera estranea all’originale ne produce, crea (o contribuisce a) un altro testo originale (vedi, Moresco, Proemio degli increati.)
  • Step up: Kafka è Čechov con la trama.
  • Omero resterà in ogni caso il più monumentale esempio di impersonalità.
  • Onettiana: l’altro inseguito nella memoria (antica raffigurazione della prassi poetica). Onetti per la sua via di scrittore e di uomo inventa Juan Maria Brausen, il quale inventa il Dr. Diaz Grey. A partire dalla rottura con se stessi (Onetti-Brausen) si genera la Memoria (io non sono più questo, ma quest’altro), nel momento in cui la memoria attiva, che processa e agisce indiscriminatamente dal dominio o freno della ragione, si unisce lacerandola (per unio mystica?) alla memoria passiva (Brausen-Grey), come un imene che chiude il sacco – ecco, in quella lacerazione, accade l’altro. Che cosa sia questo altro ogni scrittore lo sa, ma nessuno tra tutte le centinaia di pagine scritte lo afferma mai con chiarezza.
  • Antinvenzione: la masturbazione esaurisce l’idea.