[Trascrivo paro paro dal Filologo, che m’ha scritto un bigliettino ieri l’altro]

Nella lingue neolatine sopravvive l’antichissima ambiguità della coppia tempo-clima, del tutto assente, al contrario, nel ceppo  anglosassone (ex. time/weather). Tale ambiguità, presente in latino*, è greca per eccellenza (“īmata diothen”**).  In certa misura, tempo è il cielo stesso.  E il cielo è dello stesso padrone di colui che piove*** e adopera il fulmine.
Che hanno capito di tutto questo, mi chiedo, i posteriori “metafisici” della grecità? Meglio meteorologi allora che…

Ora vado, scappo. 

*”Pour le paysan latin, le temps c’est d’abord l’état du ciel” (E. Benveniste, Mélanges, Paris 1940).
** Il giorno è di Zeus.
***Iuppiter pluit.