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Praga

Internacional

F. Kafka – Lettere a Milena, p23

[Praga, 14 luglio 1920] Mercoledì Tu scrivi[1]: «Ano máš pravdu, mám ho ráda. Ale F., i tebe mám ráda»[2] – leggo questa frase molto scrupolosamente, parola per parola, mi fermo soprattutto su “i”, è tutto giusto, tu non saresti Milena se non fosse giusto e cosa sarei io se tu non fossi ed è anche meglio che tu scriva questo a Vienna invece di dirlo prima a Praga, tutto ciò lo capisco benissimo, forse anche meglio di te, eppure, per…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p22

[Praga, 13 luglio 1920] Martedì Ho qui i tuoi due telegrammi[1]; capisco, finché sono state lettere di Jarmila, non hai fatto domande sulla posta di Kramer[2], è tutto a posto, soprattutto non devi assolutamente temere che io faccia qualcosa di mia iniziativa senza prima aver avuto il tuo consenso. La cosa principale, però, è che finalmente, anche dopo una notte quasi insonne, io stia seduto davanti a questa lettera che mi risulta infinitamente importante. Tutte le lettere che ti ho…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p21

[Praga, 13 luglio 1920] Martedì, un po’ più tardi Come sei stanca[1], nella lettera di sabato sera. Avrei tanto da dire a proposito della lettera, ma alla tua stanchezza oggi non dico niente, sono stanco anche io, per la prima volta dal mio arrivo a Vienna ho davvero la testa torturata dal dolore per non aver assolutamente dormito. Non ti dico niente, ti metto a sedere sulla sdraio (tu dici di non aver compiuto abbastanza gesti d’amore nei miei confronti…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p20

[Praga, 12 luglio 1920] Lunedì Sono stati due giorni a dir poco orrendi.[1] Ma adesso capisco che non è stata affatto colpa tua, un qualche diavolo malefico ha trattenuto tutte le tue lettere da giovedì in poi. Venerdì ho ricevuto soltanto il tuo telegramma, sabato niente, domenica niente, oggi quattro lettere, di giovedì, venerdì e sabato. Sono troppo stanco per scrivere come si deve, troppo stanco di queste quattro lettere, della montagna di disperazione, dolore, amore e amore ricambiato per…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p19

[Praga, 10 luglio 1920] Sabato Molto male[1], l’altro ieri sono arrivate le due lettere infelici, ieri soltanto il telegramma (d’accordo, mi ha tranquillizzato, ma mi è sembrato anche un po’ raffazzonato come sempre sono i telegrammi) e oggi assolutamente nulla. E quelle lettere non erano certo molto confortanti per me in nessun riguardo, e vi si diceva che tu mi avresti riscritto presto e non mi hai scritto. E l’altro ieri sera ti ho mandato un telegramma urgente con una…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p18

[Praga, 9 luglio 1920] Venerdì Solo due parole sulla lettera di Staša. Lo zio, di solito molto caro ma adesso un po’ scocciante, mi sta aspettando. Dunque, la lettera di Staša è molto gentile e cordiale, certo, ma le manca qualcosa, una mancanza piccola e forse solo formale (con ciò non intendo dire che le lettere sarebbero più cordiali senza questa mancanza, anzi forse il contrario), c’è però qualcosa che manca o è di troppo, magari è la facoltà di…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p17

[Praga, 9 luglio 1920] Venerdì Scrivere mi pare completamente insignificante, e lo è davvero[1]. Probabilmente la cosa migliore sarebbe venire a Vienna e portarti via, magari lo faccio, pure se tu non vuoi. In realtà ci sono solo due possibilità, una più bella dell’altra, o tu vieni a Praga o a Libešic. Diffidente, alla vecchia maniera ebraica, ieri mi sono avvicinato a Jílovský[2], poco prima della partenza per Libešic l’ho beccato, aveva lui la tua lettera per Staša. È un…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p14

[Merano, 21 giugno 1920] Lunedì Tu hai ragione[1]: quando adesso – purtroppo ho ricevuto le lettere di sera tardi e domattina voglio fare una piccola gita a Bolzano con l’ingegnere – ho letto il rimprovero per quel “bimbetta”, mi sono detto per davvero: basta così, queste lettere puoi anche non leggerle oggi, devi pur dormire un po’ se domattina vuoi fare la gita. E ci è voluto un po’ prima che ricominciassi a leggere e a capire e la tensione…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p13

[Merano, 12 giugno 1920] ancora sabato Queste lettere[1] che si incrociano e si scontrano devono finire, Milena, ci fanno diventare pazzi: non si sa mai che cosa hai scritto, a cosa stai ricevendo risposta e tremi sempre, come che sia. Comprendo bene il tuo ceco, sento persino la risata, ma nelle tue lettere mi sotterro sempre tra parola e risata, poi sento solo la parola che inoltre è anche la mia essenza: angoscia. Non riesco a rendermi conto se tu…

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