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Julio Cortázar

Lupus in Crapula

note sparse (estive) dall’atlantico

West coast: in Bretagna come a Portland, Oregon. (Sempre a fare i mericani! E poi, dice, si può mai essere tifosi dei Portland Trail Blazers?) Cortázar: Rileggo Il gioco del mondo/Rayuela, e dal confronto con le lettere che Cortázar scrive nel periodo in cui lavora al romanzo (fine anni ’50) mi accorgo di un transfert: le riflessioni sul romanzo, sulla struttura, sulla necessità impellente di abbandonare la psicologia e dis-scriversi, destrutturarsi e ripartire da zero, che si trovano in alcune…

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Bolagnisti Anonimi – BBC

Prologo Cortázar è ovviamente in ritardo. I Non vogliono mangiare in un tavolo da 3. Vogliono mangiare in un tavolo da 4 per stare più comodi. Uno è cieco. Uno è quasi due metri. Uno è malato. Sono scrittori famosi. Si accordano per la seguente disposizione: da una parte Cortázar e una sedia vuota, dall’altra parte Borges e Bolaño. (Non sarebbe stato più logico mettere la sedia vuota davanti a Cortázar, così stendeva le gambe?) Chiedono di spegnere la televisione….

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Circolazioni

È incredibile che il brodo possa bruciare. Lascia una pellicola bruna sul fondo della pentola, tanto scura da potersi leggere. «Come un fondo di caffè nonna?» «Sì, Horacio». «E nel brodo puoi vederci il futuro?». «Sì, certo. Ma solo quello buono». «E a che serve allora?». «A dimenticare l’altro». «Quale nonna?». «Quello che si vede nel caffè, Horacio».   A me e a Inés fu proibito anche solo di chiamare il caffè per nome. Mia nonna vi aveva visto qualcosa…

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letteratura e altri buchi

Io non vedo niente (III)

È da circa un anno che sono alla ricerca di una nuova formula, per questo aforisma brevissimo, filo rosso di almeno due secoli di pensiero letterario e scientifico. In fondo la mia ricerca di altri modi di dire “io non vedo niente” è volta soprattutto alla letteratura: in Antonio Moresco, nei Canti del Caos, ho trovato un accenno di ciò che non vedevo altrove. Anche Il gioco del mondo di Julio Cortázar contiene – in un’altra versione – un modo…

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Lupus in Crapula

Glorious Friday

Compadres, come già accaduto altre volte (qui e qui ad esempio) mi viene di condividere con voi certe illuminazioni notturne. In certi casi queste illuminazioni sembrano cose scontate, evidenze. Eppure c’è chi ha detto che “una tautologia non è solo una tautologia”. Allora, per riprendere il discorso sulla scrittura e sul romanzo (una cosa che ho accennato in un intervento recente sul blog del nostro amico Andrea Meregalli) vi devo raccontare un paio di fatti. Dice Cortázar, il Cortázar  cha ha…

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Lupus in Crapula

Appunti sulla struttura

[in fondo] Percezione della tradizione. Che cos’è per un europeo la tradizione? (Il fatto stesso di vivere in una terra chiamata come una vacca mitologica, potrebbe spiegare una porzione sostanziale del problema). E come l’europeo vede la sua tradizione, dopo il tempo trascorso a scolarizzare i secoli (cioè gli uomini), nelle terre aliene che non sono l’Europa, ingenerate nel mito, inesistenti nelle profezie e nelle lettere to the good God? E viceversa come ci vedono loro, le cui identità sono…

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Lupus in Crapula

Basta!

Una nota a matita, quasi illegibile: «Sì, talvolta si soffre, ma è l’unica via d’uscita decente. Basta con i romanzi edonistici, premasticati, con psicologia. Dobbiamo tenderci al massimo, essere voyant, come voleva Rimbaud. Il romanziere edonistico non è che un voyeur. E d’altra parte, basta con le tecniche puramente descrittive, con i romanzi del “comportamento”, mere sceneggiature di film, senza il riscatto dell’immagine». J. Cortázar, Il gioco del mondo (Rayuela), Cap. 116. Ed. Einaudi, 2004. Trad. di Flaviarosa Nicoletti Rossini

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