Questi sono i dieci romanzi finalisti per il concorso più importante della post-galassia anno 7834: “Il romanzo storico: il nostro passato alla base del nostro presente”. La Giuria sarà popolare e si attendono circa 743 miliardi di voti: lo scrutinio finale avverrà nell’anno 7842 e l’attesa è già molto alta.

Serena e/è la morte

Serena era pronta, già da tempo, nella fiala della sua esistenza; poi giunse il momento: per un varco strettissimo entrò nel gigante, combatté rizomata di dolore (unghie acuminate) ed eoni di paura (denti spezzati e neri) con tutta la forza dell’aloperidolo, sua arma. Sentì all’improvviso un vuoto e il molle schianto del gigante che la conteneva: scomparvero tutti e lei pensò all’inganno accumulato. La morte è una bugia ma non per tutti.

Il bicchiere che conteneva il senso del cosmo

Glen nacque, pianse e poi sorrise, disse no e poi (sembra) disse sì, crebbe e divenne alto qualche chilometro, poi ingrassò fino a riempire il bicchiere che conteneva il senso del cosmo. Infine, prese la decisione: nel momento culminante della sua vita, si concentrò e allora furono eterni mondi e spazi immortali, e ancora colori e dolori, fino alla fine che gli sembrò una piacevole carezza sul fondo duro della sua anima penzolante. Ma neanche la morte fu per lui una liberazione.

La campagna elettorale

Questo fu il cursus honorum di Proctopantos, essere tuttoculo: consigliere di nazione, assessore di continente, presidente di pianeta, governatore di galassia. Infine, si candidò alla presidenza del Cosmos. Ci vollero 4 miliardi di anni (ca.), ma la campagna elettorale non diede i suoi frutti e ora vive sereno a Baia Verde, dove coltiva e cura ortensie.

La penultima cronaca

Successe tutto in un momento: scoppiai (credo), mi moltiplicai, corsi fino a perdere il fiato, mi riprodussi, giocai a lungo, vagai senza meta, mangiai, sorrisi, il più delle volte piansi, creai roba inutile, non seppi mai cosa sono i sogni eppure li intuii, mi dispersi e poi le forze vennero meno — raccontò (tutto d’un fiato primordiale) l’Universo a stesso; poi si accorse che la Parola non aveva senso: c’era soltanto lui, e tacque per sempre.

La rivoluzione delle proprie ali

Se soltanto sapessero che un battito di ali di farfalla dura miliardi di anni, allora capirebbero che, nella loro storia, questi omuncoli ridicoli non hanno fatto nulla. — E stanno ancora lì a rincorrere il Destino, la Necessità, il Caso e tutte ‘ste storie — aggiunse qualcuno che viveva nell’altro braccio della nebulosa. Poi, accadde l’impensabile: la farfalla completò la rivoluzione delle proprie ali e fu la fine di quella galassia. Un mondo nuovo sarebbe nato, e — chissà — sarebbe stato (forse) anche migliore.

La duodenite spastica

Quando scoprì che, in definitiva, tutte le azioni umane sono determinate dai neuroni, QWASZXERDFCV (propropropropronipote del più noto QFWFQ) decise di uccidere. Massacrò un uomo, due donne, tre bambini e quattro suocere, poi sgozzò sette fratelli (come piangeva Settimio, il settimo…). Venne, infine, arrestato e il giudice lo condannò (“Saranno stati sì i neuroni, ma i TUOI neuroni”) e lo sbatté in cella. Ingoiò, per sicurezza, la chiave ed ora soffre di duodenite spastica.

Quando la Morte morì

E venne il momento in cui la Morte morì. Dopo, non successe più nulla né sul piano fisico né sul piano metafisico: ma un imprenditore di indubbio ingegno s’inventò qualcos’altro e (finalmente) la paura tornò.

L’inizio della rivelazione

L’Altro si presentò a pranzo a casa del Medesimo: non fu uno spasso, si guardarono allo specchio e si riconobbero, poi si sedettero a tavola e confusero le forchette con i propri sorrisi. Poi l’Altro si sentì male e il Medesimo non ebbe il coraggio di chiamare un’ambulanza: quando l’Altro morì, il Medesimo ricordò lo specchio e lo spaccò. L’inizio della rivelazione era avvenuto: l’Altro era soltanto un liquame fetido e il mondo soltanto una poltiglia attaccata a una forchetta. Il Medesimo finì all’Ospedale Psichiatrico.

L’État c’est moi

Il povero Michael credeva che sopravvivere sarebbe stato facile e invece non fu così: costruì imperi che poi finirono nel pattume della storia, giocò con le relazioni e divenne più debole, attaccò briga, si divise e fu accusato di menzogna. Michael, ad un certo punto, capì come andava il mondo e si ritirò in disparte: si intensificò e, da allora, vive ovunque, moltiplicato e differenziato; rimpiange i bei tempi di una volta, però, e a volte, la sera, un’asciutta e salmastra lacrima gli solca il volto stanco. Nessuno, comunque, visse felice e contento.

Lo stufato più buono di tutta questa porca galassia

Quando entrò in classe (sì, quel gran figlio di una mignotta era diventato un professore) era convinto che avrebbe raccolto tutto quello che poteva raccogliere e che poi avrebbe cucinato lo stufato più buono di tutta questa porca galassia. E invece non andò così: preso nella porzione di spazio tra punto matematico e punto metafisico (quei gran figli di una mignotta degli allievi), divenne pasto per i neurandroidi e il cosmo divenne migliore. Ma non se ne accorse e, così, peggiorò sensibilmente.